Le catene della distribuzione: il racconto di come nasce l’inchiesta

Seconda pagina del diario della quinta edizione del Premio Morrione. Questa volta a scrivere sono Maria Panariello, Maurizio Franco e Leonardo Filippi, finalisti con il progetto di video inchiesta sul rapporto asimmetrico tra la grande distribuzione organizzata e il sistema dell’agroalimentare in Italia. Il tutor giornalistico è Toni Capuozzo.

Eccitazione e paura, cameratismo e intolleranza reciproca. Nelle prime settimane di lavoro per la nostra inchiesta “Le catene della distribuzione” abbiamo alternato alti e bassi continui.

I difetti dei vari componenti del gruppo, se prima erano al centro di divertentissimi aneddoti di cui ridere la sera in piazzetta, sono parsi in certe occasioni, specialmente all’inizio, un po’ problematici e incompatibili con il carattere di alcuni. Ma andando avanti, tutte le tensioni si sono dissolte e abbiamo provato a sfruttare a nostro vantaggio anche quelle circostanze di ansia e frustrazione, con il risultato finale che adesso ci conosciamo tutti di più e meglio.

I primi giorni sono stati necessari a redigere la lista di attrezzature da acquistare, quella dei viaggi da fare e delle persone da intervistare. Siamo tornati al progetto consegnato al Premio in gennaio e abbiamo cercato di procedere per sottrazione, quindi cercando di sacrificare alcuni temi a costo di altri e di focalizzare la nostra attenzione sui punti salienti e irrinunciabili della nostra proposta. Ne è emerso un piano di lavoro ricco ma lineare, che mano a mano si sta dotando di una sua struttura organica.

IMG_5556L’aspetto più complicato nel quale inizialmente ci siamo imbattuti infatti è stato quello di rendere in un linguaggio video un tema di per sé molto intricato, che si estende su più piani tutti vicini tra loro. E questo non è detto che sia sempre così evidente.

Ci siamo dati diversi ruoli all’interno del gruppo: c’è chi, appassionato e intenditore di tecnologie, si occupa delle attrezzature per girare, dai microfoni alla telecamera; chi si occupa di tenere le relazioni con i contatti e di individuare date ed eventi interessanti per il nostro lavoro; chi di scrivere le domande per le interviste. Ovviamente nessuno di questi ruoli è statico: uno dei motivi che ci hanno spinto a partecipare al Premio sta proprio nella possibilità di imparare anche quello che non siamo in grado di fare. Chi è stato quindi nell’intervista precedente dietro la telecamera, la volta successiva sarà di fronte l’intervistato o si occuperà di aggiornare il ‘calendario’ di eventi. Il tutto sempre nel rispetto dei tempi di vita e nella disponibilità di ciascuno.

IMG_5551Cerchiamo comunque di prepararci e di definire ogni singola intervista e ripresa video collettivamente, nelle riunioni settimanali che hanno luogo a turno a casa di ognuno, innaffiate da vino e birra e arricchite da leggerissime carbonare o pollo al forno. Abbiamo stabilito infatti di rispettare pienamente il nostro lavoro di inchiesta anche a tavola e, visto il tema, non è stato difficile. E le trasferte fuori Roma, su questo, ci hanno aiutato moltissimo.

Il Chianti, le pappardelle e il capriolo hanno infatti accompagnato il nostro soggiorno in Toscana; i testaroli a Pontremoli, in Lunigiana e i salumi in Emilia Romagna. Un regalo che ci siamo concessi sempre dopo il lavoro: una ricca mangiata per ricaricare le energie!

Maria Panariello, Maurizio Franco, Leonardo Filippi

Finalisti della quinta edizione del Premio Morrione