Lotta al precariato, querele temerarie e minacce: i giornalisti si mobilitano

L’associazione Amici di Roberto Morrione aderisce alla manifestazione di mercoledi 24 maggio, dalle 9.30 alle 10.30, in piazza Montecitorio, a Roma.

Anche l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, i vertici del Fondo complementare dei giornalisti italiani, la Commissione pari opportunità della Fnsi, l’associazione di giornaliste GiULia, l’Unione Cattolica Stampa Italiana (Ucsi) e l’Unione nazionale cronisti (Unci) saranno con la Fnsi in piazza Montecitorio, mercoledì 24 maggio, alle 9.30, al presidio indetto dal sindacato dei giornalisti per chiedere a Governo e Parlamento provvedimenti concreti sui temi della lotta al precariato e del contrasto ai fenomeni delle querele temerarie e delle minacce ai cronisti.

Con loro i rappresentanti di Inpgi; Casagit; Usigrai; Articolo21; Ordine dei giornalisti del Lazio; Pressing NoBavaglio; Unione giornalisti pensionati (Ungp); associazione Amici di padre Dall’Oglio; associazione Amici di Roberto Morrione; associazione Carta di Roma; l’associazione per l’informazione, la comunicazione e la cultura Lgbt, Gaynet; Italians for Darfur, Libera Informazione, i colleghi del Cdr dell’Unità e le giornaliste e i giornalisti che vivono sotto scorta: Michele Albanese, Federica Angeli, Paolo Borrometi.

«Parteciperà anche l’Ordine Nazionale dei Giornalisti – spiega il presidente Nicola Marini – alla manifestazione indetta in Piazza Montecitorio dalla Federazione Nazionale della Stampa per sollecitare il Governo a dare risposte concrete su temi importanti quali la lotta al precariato, il contrasto al fenomeno delle querele temerarie ed il problema delle minacce ai giornalisti. Non sono più rinviabili provvedimenti legislativi atti a difendere la libertà dei giornalisti di informare e quella dei cittadini ad essere informati».

E il presidente del Fondo complementare dei giornalisti italiani, Enrico Castelli, commenta: «Il 24 maggio la Fnsi manifesterà davanti a Montecitorio per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui temi della libertà di stampa e chiedere a Governo e Parlamento provvedimenti concreti a difesa del diritto di cronaca. Obiettivi che trovano concorde la componente giornalistica del Fondo complementare dei giornalisti italiani. Il Fondo, attraverso una attenta e prudente gestione di una parte dei risparmi dei giornalisti, cerca di dare il proprio contributo per assicurare un futuro meno incerto alla categoria, ma senza una politica orientata alla piena valorizzazione del ruolo dell’informazione nel panorama italiano ogni sforzo sarà inutile. Per questo siamo impegnati, d’intesa con gli altri organismi di categoria, a salvaguardare il futuro della nostra professione convinti di difendere, non solo il diritto ad informare, ma anche quello di essere informati caro a tutti i cittadini».

La Cpo Fnsi osserva, invece: «Siamo al fianco delle troppe colleghe minacciate in quanto croniste e in quanto donne, costrette a vivere sotto scorta, trascinate in tribunale da chi vuole intimidirle a suon di querele. E siamo al fianco delle troppe colleghe costrette a esistenze precarie, sfruttate e sottopagate, anche a scapito del diritto di essere madri. Per questo la Cpo si unisce nella forte richiesta a governo e parlamento a emanare provvedimenti concreti per il contrasto delle querele temerarie, della lotta al precariato e per garantire la libertà di informare e il diritto dei cittadini a una informazione indipendente e di qualità. Saremo in piazza mercoledì 24 e invitiamo le colleghe a unirsi a noi».

In piazza mercoledì anche l’associazione di giornaliste GiULia. «Ci saremo unendo la nostra voce – scrive Marina Cosi – a quella dei tanti colleghi chiamati dalla Federazione nazionale della stampa a protestare contro il ritardo di Governo e Parlamento nel varare indispensabili provvedimenti contro le minacce fisiche ed economiche ai cronisti. Le intimidazioni e gli attentati al diritto di informare sono in aumento e hanno molte forme: violenze, querele temerarie, precariato, discriminazioni di genere. Giulia ha tra le proprie file e nel direttivo colleghe minacciate e costrette a vivere sotto tutela. Giulia sa, per esperienza della storia delle donne, che le aggressioni vengono fatte precedere da giudizi stereotipati, tentativi di isolamento, calunnie».