Maschere per smascherare. Vi presentiamo gli straordinari relatori.

In attesa del 29 gennaio, giorno della presentazione dei tre progetti finalisti del nostro Premio, vogliamo presentarvi gli straordinari relatori della tavola rotonda “Maschere per smascherare” sul tema del giornalismo investigativo sotto copertura: Jean-Baptiste Malet, Günter Wallraff e Sabrina GianniniVi aspettiamo giovedì 29 gennaio alle ore 17 al Centro Congressi Sapienza, Via Salaria 113 a Roma!

Nella foto Jean Baptiste Malet
Jean Baptiste Malet

Jean-Baptiste Malet è un giornalista freelance. Reporter investigativo, ha lavorato per «Charlie Hebdo», «Regards», «Rue89», «Bakchich» e «Le Ravi» e, in modo continuativo, con la casa editrice Golias. Il suo primo libro è“Derrière les lignes du Front” (Golias, 2011). Malet si è fatto assumere in un magazzino Amazon nel periodo prenatalizio e da questa sua esperienza è nato “En Amazonie”, reportage che racconta le condizioni di lavoro negli impianti della multinazionale americana.

Ritratto di Wallraff
Günter Wallraff

Günter Wallraff è il più noto giornalista d’inchiesta tedesco. I suoi reportage appaiono su «Die Zeit», «Der Spiegel» e, in forma di documentario, sull’emittente televisiva europea Arte. Il suo metodo d’indagine, che lo porta a infiltrarsi sotto copertura negli ambienti più disparati denunciandone gli abusi e le ipocrisie, è ormai leggendario e ha fatto scuola in tutto il mondo. Nei paesi scandinavi il suo nome è divenuto un verbo (in svedese wallraffa). Con Faccia da turco (Pironti 1992), ha scalato le classifiche dei best-seller in patria e all’estero, rivelando il razzismo quotidiano dietro l’aura di civiltà e accoglienza della Germania degli anni Ottanta.

Nella foto un primo piano di Sabrina Giannini
Sabrina Giannini

Sabrina Giannini è  autrice di inchieste per Report fin dalla prima edizione del 1997. Nel 2001 con l’inchiesta “Ipocrisia di stato” ha vinto il prestigioso Banff Rockie Awards. Conla sua ultima inchiesta “Siamo tutti oche” (Report, novembre 2014), per la prima volta una televisione riesce a documentare l’illegalità della “spiumatura” sulle oche vive in Ungheria, denunciando così la crudele pratica illegale diffusa nella Comunità europea, la prima responsabile per i mancati controlli e per avere un regolamento che consente con facilità di “riciclare” la piuma illegale.