Matti per sempre: un altro mese del webdoc d’inchiesta andando incontro alle storie

di Maria Gabriella Lanza e Daniela Sala*

“È necessario liberare tutti, sani e malati, dal pregiudizio che la malattia mentale significhi essere fuori di sé. Il matto è soprattutto una persona che soffre”. Così parlava lo psichiatra Edoardo Balduzzi, direttore del manicomio di Varese, alla fine degli anni ’60. In questo secondo mese di inchiesta la nostra sfida è stata questa: liberare la mente per accogliere prospettive diverse e non cadere nella contrapposizione tra ‘giusto’ e ‘sbagliato’.

Zaino in spalla (Daniela) e trolley (Gabriella), siamo andate incontro alle nostre storie: ogni persona ci ha offerto un pezzettino di ‘personale verità’. Alcuni ci hanno fatto arrabbiare, altri ci hanno fatto riflettere su aspetti che non avevamo proprio considerato, altri ancora ci hanno semplicemente aperto le porte delle loro case. Ed è stata questa l’esperienza più bella: raccontare in punta di piedi le storie di sofferenza e di rinascita dei protagonisti del nostro web doc. Un percorso che ci ha arricchito come persone, prima ancora che come giornaliste.

Certo, questo è stato anche il mese in cui la scaletta della nostra inchiesta ha cambiato forma più e più volte (e sospettiamo che cambierà ancora). Quello in cui abbiamo tagliato, accorciato e cancellato tutto quello che era possibile. È stato il mese in cui abbiamo capito che non abbiamo gli stessi gusti musicali e che scegliere la giusta colonna sonora nei nostri video non è poi così facile!

È stato il mese delle liste che hanno tutte lo stesso titolo ‘Cose da fare’(Gabriella) e dei post it gialli appiccicati un po’ ovunque (Daniela). Un mese di treni, di chiacchiere fino all’una di notte, di telefonate su Skype con la nostra tutor Laura Silvia Battaglia, di sonno arretrato e di tanto caffè. È stato il mese in cui il nostro web doc ha preso forma. Il mese in cui passavamo dall’entusiasmo per una intervista riuscita al dubbio che ci tormenta ancora adesso: “Ma al lettore questo aspetto interesserà? Siamo riuscite a spiegarlo in maniera chiara?”. Ma soprattutto è stato il mese in cui abbiamo sperimentato in prima persona quello che scriveva l’antropologo e scrittore Thor Heyerdhal: “Le frontiere? Esistono eccome. Nei miei viaggi ne ho incontrate molte e stanno tutte nella mente degli uomini”.

*finaliste della sesta edizione del Premio Morrione con il webdoc di inchiesta “Matti per sempre”