Matti per sempre: il webdoc è pronto! – diario dell’inchiesta finalista

di Maria Gabriella Lanza e Daniela Sala*

Ormai lo possiamo dire: il nostro viaggio nel mondo della salute mentale è terminato. Eccoci qua, davanti al nostro web doc: rileggiamo i testi (e ogni volta scopriamo nuovi refusi), riascoltiamo gli audio, guardiamo i video, sfogliamo le foto. Sistemiamo gli ultimi dettagli con una certa soddisfazione. Sappiamo che abbiamo cercato di fare del nostro meglio, nonostante la stanchezza, gli impegni e i mille lavori.

È difficile riassumere in pochi righe quello che questa inchiesta ha rappresentato per noi.

Era il 28 febbraio quando abbiamo saputo di essere le finaliste del Premio Morrione. Il caso ha voluto che ci trovassimo insieme alla biblioteca dell’ex manicomio di Santa Maria della Pietà di Roma. Non credevamo che il nostro progetto sarebbe mai stato selezionato ma avevamo la certezza che in un modo o nell’altro la nostra inchiesta l’avremmo portata a termine. Poi è arrivata la telefonata di Mara Filippi Morrione e tutto è cambiato. Abbiamo lasciato libri e pc sul tavolo e ci siamo fiondate nel primo bar della strada.

Abbiamo festeggiato l’inizio di questa avventura alle dieci del mattino con due bicchieri di vino bianco e una crostata alle albicocche. È finita qualche settimana fa, montando il nostro trailer vicino al Lungo Tevere, sedute su due sedie di plastica ingiallite dal sole, lasciate lì da qualche parcheggiatore abusivo e legate con una catena alla ringhiera (a dimostrazione del fatto che ogni posto è buono per lavorare).

Nel mezzo di questo viaggio ci sono stati i volti che abbiamo incrociato in quattro mesi di lavoro matto (è il caso di dirlo). Ci sono stati gli appuntamenti inseguiti per giorni, le attese per le autorizzazioni, le corse per gli intercity da prendere al volo. C’è stata la fatica di imparare a camminare con lo stesso passo e a non difendere a tutti i costi le proprie idee. Ma soprattutto c’è stata la sorpresa di scoprire che scegliere la via di mezzo, quella che accontentava entrambe, era sempre la soluzione migliore.

C’è stata la gioia di accorgerci di non aver trovato quello che cercavamo, ma qualcosa di molto più bello. C’è stato il sollievo di dividere in due i dubbi, le incertezze e lo scoraggiamento. C’è stata la rabbia per chi ha considerato il nostro lavoro di serie b solo perché non avevamo alcuna redazione alla spalle e la gratitudine verso chi ci ha accompagnato in questo percorso offrendoci diverse prospettive e nuovi spunti. Ci sono stati il vento nel microfono, le sveglie all’alba, il caffè accompagnato da un cioccolatino, il freddo inaspettato a maggio e il caldo agostano a giugno.

Ma soprattutto ci sono state loro: le persone che hanno voluto regalarci la loro storia di vita e a volte di sopravvivenza e che hanno reso il nostro web doc una esperienza unica.

Nell’opera teatrale di Ascanio Celestini, “La pecora nera”, il protagonista ricorda una barzelletta su due ‘matti’ che cercano di scappare: “Il manicomio è protetto da cento cancelli. Saltano il primo, il secondo, il terzo. Corrono, corrono. Al novantanovesimo si dicono: “Va bene basta, siamo stanchi, torniamo indietro, riproveremo domani”. I cento cancelli servono a proteggere l’istituto, l’istituto serve a proteggere i matti, ma i matti, a cosa servono?”, si chiede. Non sappiamo se siamo riuscite a rispondere a tutte le domande che ci eravamo poste. Di certo questa avventura ci ha insegnato che tutti possiamo ritrovarci dall’altra parte del cancello e che avere uno sguardo benevolo verso l’altro è già una forma di cura.

*finaliste della sesta edizione del Premio Morrione con il webdoc di inchiesta “Matti per sempre” che verrà presentato il 20 e 21 ottobre a Torino durante le giornate di premiazione della sesta edizione del Premio Morrione.