La corsa contro il tempo. Diario dei finalisti della 9a edizione

di Gabriele Cruciata e Arianna Poletti
La corsa contro il tempo è iniziata. Le registrazioni, la selezione, il montaggio. Riprendiamo in mano il materiale di mesi di lavoro ed iniziamo a rielaborarlo. La scadenza si avvicina e il carico di lavoro aumenta sempre più. Rincorriamo le ultime interviste macinando chilometri sotto il sole in metro, in bus, a piedi nel traffico romano. Stravolti, le archiviamo subito come per non vederle sfuggire, con il timore di non trovarle più una volta spento il pc. Vogliamo avere la certezza che sì, ce le abbiamo. È fatta.

Dopo giorni di corse folli in giro per la capitale che torna pian piano a popolarsi dopo un agosto deserto, saltiamo in macchina e continuiamo la nostra corsa verso le ultime testimonianze. Prese. Poi ci separiamo, di nuovo. Torniamo alle chiamate su Zoom per qualche giorno, il tempo di recuperare il respiro. E poi via, siamo ancora in partenza, su un treno questa volta. Ci ritroviamo una sera in Emilia Romagna sotto l’ultimo sole di metà settembre.

Mentre i turisti si godono gli ultimi giorni di riposo in riviera, noi il mare lo vediamo appena. Ci concediamo una piadina, poi ci chiudiamo in studio di registrazione e ripetiamo, ripetiamo, ripetiamo. Così il testo prende vita, le parole si sollevano da quella pila di fogli stampati che da giorni ci portiamo appresso come se le nostre cartelline contenessero un segreto irrivelabile.

Il momento di svelarlo, però, si avvicina sempre più. È quasi dietro l’angolo, e noi lo scrutiamo impazienti con curiosità e un po’ di timore. Funzionerà? Noi crediamo di sì, ci proviamo. Dopo ore di montaggio, lunghe nottate ed occhi incrociati sul pc, allora, ci diamo appuntamento a Torino. Al traguardo.