Fondi rubati all’agricoltura: agguato al Presidente del Parco dei Nebrodi. Il commento di Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo

Tutta la nostra solidarietà a Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, vittima insieme alla sua scorta di un agguato questa notte. Fortunatamente sia il Presidente sia la sua scorta sono salvi.

Del parco dei Nebrodi si era occupata l’inchiesta Fondi rubati all’agricoltura di Alessandro Di Nunzio e Diego Gandolfo, vincitori della quarta edizione del premio Morrione, denunciando le minacce e intimidazioni ricevute dal presidente Antoci per il suo lavoro contro l’accaparramento delle terre siciliane da parte della criminalità organizzata.

Abbiamo raggiunto Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo al telefono per commentare la notizia dell’agguato. Queste le loro parole “E’ agghiacciante quello che è successo stanotte. C’è stata un’azione violenta della mafia dei Nebrodi che getta una luce inquietante e dimostra a chi non avesse voluto vedere fino ad ora che che questa mafia esiste e ha deciso di alzare il tiro dello scontro. L’agguato di stanotte è un evento epocale perché stiamo parlando di una mafia organizzatissima e spietata che è stata negli ultimi due anni presa di petto da uomini coraggiosi come Giuseppe Antoci che hanno deciso di scontarsi a viso aperto con il malaffare. E’ un evento di portata storica, in quella zona della Sicilia dove il business dei fondi europei destinati all’agricoltura supera qualsiasi altro affare della criminalità organizzata, come droga e traffico armi. Parliamo di milioni di euro. La mafia sapeva bene, fino all’arrivo di Antoci, che si facevano più affari nel silenzio, senza l’uso di armi. E se dopo lettere minatorie, proiettili in buste, chiodi lasciati dietro la ruota delle macchine, colla ai catenacci, ha deciso di compiere un agguato è perché hanno capito che era necessario arrivare all’uso del fucile contro chi, come Antico, con coraggio non si ferma e mina gli interessi che fino ad allora non erano stati toccati.  E quando la mafia inizia a sparare non c’è più un punto di ritorno. Ora vedremo cosa succederà.”

L’agguato è accaduto intorno alle due di questa notte lungo la strada statale tra San Fratello e Cesarò in provincia di Messina. L’auto blindata del presidente è stata attaccata a colpi di fucile. La  scorta ha risposto al fuoco mettendo in fuga i malviventi.  Il presidente e l’agente sono stati condotti per precauzione all’ospedale di Sant’Agata Militello, ma non sono feriti. Antoci stava rientrando da Cesarò dove aveva partecipato a una manifestazione.

Oltre all’agente della scorta, al conflitto a fuoco ha partecipato anche l’equipaggio di una seconda macchina della Polizia con a bordo il dirigente del commissariato di Stato di Sant’Agata di Militello Daniele Manganaro. Le indagini sono condotte dalla polizia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Messina.