Le mani sul fiume: il progetto di legge che dà via libera alla speculazione sui fiumi. Aggiornamento sull’inchiesta.

di Giulia Paltrinieri, vincitrice sesta edizione del Premio Morrione con il webdoc Le mani sul Fiume.

“Tornare a scavare il letto dei fiumi”. Un progetto di legge presentato a marzo scorso dalla Lega alla Camera propone di riprendere le escavazioni negli alvei di fiumi e torrenti: una pratica illegale dal 1992, quando i prelievi di sabbia e ghiaia sono stati fermati per i rischi distruttivi in termini di dissesto idrogeologico. Una soluzione che fa già sfregare le mani ai cavatori e agli imprenditori dell’edilizia, ma che secondo gli esperti avrebbe effetti catastrofici per erosione e rischio alluvioni.

Il webdoc “Le mani sul Fiume”, realizzato grazie al sostegno del Premio Morrione e vincitore della sesta edizione, parla proprio di questo: di escavazioni selvagge e delle loro profonde conseguenze sull’ambienteParla del Po e dello scenario che si è delineato dopo decenni di scavi intensivi, della fame di costruzioni e degli interessi della criminalità organizzata sulle cave e sulla sabbia, preziosissima per l’edilizia. Ma potrebbe parlare di qualsiasi piccolo fiume d’Italia: dai torrenti della Liguria a quelli del palermitano, che ci ricordano della loro potenza solo quando sfondano gli argini e travolgono le nostre case.

“Non ti fanno toccare l’albero nell’alveo – ha detto dopo i recenti fatti di cronaca il vicepremier Salvini – ed ecco che l’alberello ti presenta il conto”. Ed è proprio, a suo dire, contro esondazioni e allagamenti che la Lega ha presentato alla Camera questo progetto di legge che prevede di “pulire alvei e fondali” attraverso il prelievo di inerti: una pratica bloccata, secondo i firmatari del pdl 260, da “una legislazione obsoleta, carica di inopportune ideologie ambientaliste”. Peccato che i migliori geologi, professori universitari e tutte le associazioni ambientaliste sostengano da anni esattamente il contrario. Una perizia, consultabile integralmente nel webdoc, firmata da docenti del Politecnico e di un magistrato della Procura di Milano, mette nero su bianco effetti tutt’altro che positivi: scalzamento delle arginature, aumento della vulnerabilità di infrastrutture e ponti, abbassamento delle falde e dei fondali, degrado dell’ecosistema fluviale. Legambiente, parlando del Grande Fiume, nell’inchiesta aveva puntato il dito sull’alto rischio in caso di alluvione e sul grande problema dell’erosione delle coste: “La sabbia non arriva più al mare e siamo costretti a prenderla al largo e pomparla a riva per evitare che le spiagge spariscano. Parliamo di milioni di euro di soldi pubblici, che i cittadini devono pagare ancora oggi per i danni provocati da altri.”

A chi giova allora questa proposta di legge, che, con l’obiettivo di fare un po’ di pulizia di rami e detriti, capovolge evidenze scientifiche e si pone in netto contrasto con le recenti direttive europee? Certamente a imprenditori e cavatori, che per tre anni potranno essere autorizzati in via straordinaria a estrarre ciottoli, ghiaia e sabbia senza pagare alcun tipo di concessione. Una sorta di regalo dello Stato alle imprese private, a titolo di “ringraziamento” per l’opera svolta. “Le mani sul Fiume” ha ricostruito come, almeno per quello che riguarda il più grande fiume d’Italia, il business delle cave e degli inerti per l’edilizia si sia trasformato in assalto speculativo e macchina da soldi per le organizzazioni criminali. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Giglio, interrogato dai pm del processo Aemilia, aveva raccontato come gli scavi abusivi, i prelievi oltre i limiti e senza pagamento delle concessioni, la vendita in nero del materiale per costruzioni, fossero stati in qualche modo il motore dei primi insediamenti della ‘ndrangheta nei cantieri del Nord Italia. Chissà cosa penserebbe adesso, sapendo che, a distanza di trent’anni, non è più necessario caricare i camion di nascosto, frodare il fisco, tessere rapporti opachi con imprenditori conniventi. Tutto più facile: basta azionare le draghe alla luce del sole e riaprire il conto corrente. Che beffa, sarebbe arrivato anche un bel “grazie” e una stretta di mano da parte dello Stato.


L’autrice Giulia Paltrineri interverrà all’incontro “Le mani sul fiume: mafie ed ecomafie al nord” che si terrà oggi venerdi 16 novembre nell’oratorio della Parrocchia San Colombano Abate  di Riva di Suzzara, in provincia di Mantova. Prendono parte all’incontro Paolo Refolo, ex Consigliere Provinciale di Mantova, e Giuseppe Montorsi (portavoce del Comitato Terre di Zara.