Altri 45 giorni di carcere, l’incubo per Patrick Zaky continua

@foto ANSA

di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia

Il  numero delle udienze, reali e fittizie, per confermare la detenzione preventiva l’ho perso. Sono state di sicuro almeno 10. 

Quello che non ho perso è il numero dei giorni che Patrick Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna, sta trascorrendo in detenzione illegale e arbitraria: oggi, 13 luglio, sono 158. Diventeranno, purtroppo, 203. 

Tutti speravamo che le cose ieri andassero diversamente: sembravano esserci le parvenze di un’udienza vera, con imputato avvocati e giudici in carne e ossa. 

Invece, niente. Sono stati disposti altri 45 giorni di detenzione preventiva.

Il disegno di un sistema giudiziario piegato alle strategie repressive del presidente egiziano al-Sisi prosegue: protrarre la detenzione preventiva fino al massimo dei due anni (e non poche volte si è andati anche oltre) consentiti, per far dimenticare le storie di dissidenza pacifica, di attivismo, di giornalismo indipendente, di avvocatura al servizio dei diritti umani.

Mentre si moltiplicano i gesti di solidarietà dei comuni italiani che conferiscono la cittadinanza onoraria a Patrick, delle associazioni, di qualche parlamentare e di tante e tanti utenti della Rete che rilanciano l’appello per la sua scarcerazione, non arriva alcuna parola da parte del governo italiano, la cui impotenza politica nei confronti della controparte egiziana è ormai da tempo acclarata. 

Amnesty International ha lanciato un appello per la sua liberazione che invitiamo tutti a sottoscrivere Clicca qui per firmare