Fare inchiesta senza peli sulla lingua. Diario dei finalisti della 8a edizione

di Mario Catalano e Vincenzo Pizzuto

Siamo a metà dell’opera. Il nostro viaggio continua ininterrottamente, giorno e notte. I chilometri aumentano. Ma ciò che aumentano sono le foto (decine di migliaia). Abbiamo affrontato qualche ostacolo, abbiamo montato, smontato e rimontato, ma siamo riusciti a superare un breve momento negativo. La tensione aumentava, i giorni trascorrevano, ma la voglia di portare a galla la verità superava tutto.

Il giornalismo d’inchiesta è questo: sacrificio, determinazione e costanza. L’amata Fujifilm X-T3 di Vincenzo è approdata in terra sicula. Dopo aver letto e analizzato centinaia di fogli, siamo passati al secondo step: le riprese. Così, dopo aver preso taccuino e penna, splendido strumento di libertà, ho iniziato a scrivere le domande. Conclusa una breve scaletta, ho contattato una parte di protagonisti del nostro elaborato. Ci siamo messi subito al lavoro. Abbiamo iniziato le riprese Senza peli sulla lingua, frase che il giornalista termitano Cosimo Cristina, il primo ucciso dalla mafia, scrisse nel periodico Prospettive Siciliane, pubblicato nel dicembre 1959. Parole che porto sempre con me. Cosa si nasconderà dietro la nostra inchiesta? Chi saranno i protagonisti? Quale motivo ha spinto me e Vincenzo ad affrontare questo caso?

Il diario di bordo è anche un diario segreto, custodisce le proprie sensazioni ed emozioni. Beh, iniziamo dicendo che non siamo andati oltre il confine regionale, ma siamo rimasti qui, in Sicilia. Diceva Paolo Borsellino: «Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che ci piace per poterlo cambiare». A noi, qualcosa della bellissima trinacria non è piaciuto. Io voglio raccontarlo con le parole, Vincenzo attraverso la fotografia (a lui piace scrivere con la luce!).

Preoccupazione, voglia di riscatto, forza, cambiamento, delusione e amarezza sono alcune delle parole che si leggevano negli occhi dei nostri protagonisti. Ci siamo “tuffati” dentro tante storie, fatte di sconfitte. Abbiamo voluto abbracciare questa battaglia, vogliamo portarla fino in fondo. Ci sono molte ombre su questa storia. I saggi consigli di Chiara ci hanno dato la forza di andare sempre più avanti. Adesso dobbiamo tornare a registrare, ci aggiorniamo al prossimo diario di bordo.