Pubblichiamo oggi la seconda pagina del diario dell’inchiesta “Fondi rubati all’agricoltura”, una delle tre finaliste dell’edizione in corso del nostro Premio. Gli autori Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo ci raccontano, senza svelarci troppo, come sta proseguendo il lavoro.
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C’eravamo lasciati tra le campagne siciliane e tra le campagne siciliane ci ritrovate.
Ma questo non significa che non ci siamo mossi. Anzi.
La nostra inchiesta ha subìto continui cambi di direzione, un po’ come quelli degli automobilisti di mezza Sicilia che hanno dovuto riorganizzarsi da quando è crollato un pezzo dell’autostrada Palermo-Catania.
Una sciagura che ha allungato inverosimilmente i tempi di spostamento, noi che siamo costretti a balzare da una parte all’altra dell’isola per inseguire le storie giuste.
Dalle campagne di Enna a quelle di Caltanissetta e ritorno in giornata a Palermo. Poi ancora gli aranceti della provincia di Catania e Siracusa, le terre di nessuno dei Nebrodi nella Provincia di Messina e poi ancora le vallate mandorlate della zona di Agrigento.
Un giro vorticoso, 5 ore di macchina al giorno, e quel tremendo passaggio obbligatorio a Polizzi Generosa, piccolo e sperduto paesino di montagna da cui tutti gli automobilisti sono costretti a passare per attraversare la Sicilia, diventato ormai la nuova capitale di una Sicilia in ginocchio, allo stremo delle forze, e dei nervi.
Come quel pezzo maledetto di autostrada, anche buona parte dell’impalcatura originale della nostra inchiesta è stata spazzata via. Al contrario, idee apparentemente accantonate, che giacevano inutilizzate, spente sotto la sabbia, in realtà fremevano, ribollivano. E improvvisamente sarebbero riemerse con prepotenza.
Così succede che tra le cascate di parole di un’intervista, tra le chiacchiere senza impegno a telecamera ormai esausta, tra i ricordi vaghi di una “fonte”, qualcosa ti colpisce. Senti forte l’odore importante di un elemento, un nome, un fatto, che ti “sembra di avere già sentito”. Ma questo fatto non ce l’avevano già segnalato? Magari un mese prima, magari anche due. Sì ma adesso è diverso…
E allora si riparte, con incoscienza, a cercare, scavare, mentre il tempo stringe, estrarre, capire, riascoltare, stupirsi, verificare. Cosa raccontiamo?
Le campagne, dicevamo. La terra. E’ lì che stiamo trovando la massima ispirazione, la pista più interessante della nostra inchiesta. Ma la strada è ancora lunga, e il benzinaio di Polizzi Generosa assisterà al nostro passaggio ancora per un po’.
Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo
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