I giornalisti italiani, vittime civili nei conflitti. Una ricerca di Giulio Vasaturo

L’avvocato Giulio Vasaturo, tutor legale del nostro premio, ha curato per l’Osservatorio Centro di Ricerche sulle vittime civili dei conflitti la ricerca “RACCONTAVANO LE GUERRE. GIORNALISTI, FOTOREPORTER E DOCUMENTARISTI ITALIANI: VITTIME CIVILI DEI CONFLITTI DAL 1943 A OGGI” pubblicata lo scorso novembre nella collana GrandAngolo.

Al centro dello studio ci sono alcune storie emblematiche di giornalisti, fotoreporter, tecnici di ripresa e documentaristi italiani uccisi, dal 1943 a oggi, nell’ambito e a causa dei conflitti in Italia e all’estero.

“Le circostanze in cui è avvenuta la morte di questi civili consente di cogliere la specificità della loro esperienza professionale, nell’identità della dimensione etica e del valore di ogni singolo sacrificio. Qualcuno è caduto mentre partecipava direttamente alla lotta di liberazione dal nazifascismo; altri sono stati uccisi mentre erano al seguito delle forze di pace in missione all’estero; altri ancora – i più – semplicemente riportavano da operatori dell’informazione quel che accadeva in contesti dilaniati dai combattimenti bellici, da guerre civili o dall’offensiva del terrorismo fondamentalista. Storie diverse fra di loro. Spesso lontane nel tempo e nello spazio ma tutte, allo stesso modo, accomunate nell’immane tragedia delle “vittime civili” dei conflitti di ieri e di oggi. ” si legge nella nota di introduzione alla ricerca.

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In Italia, molti di loro hanno perso la vita mentre lavoravano per assicurare l’informazione sugli sviluppi della battaglia contro il fascismo durante la lotta di Liberazione nazionale. In altri paesi, alcuni di questi operatori morirono in territori in cui forze armate italiane erano autonomamente impegnate in azioni di peacekeeping, come il Libano o la Somalia; altri nell’ambito di conflitti in cui non c’era il diretto coinvolgimento delle forze armate italiane, come la Georgia o la Thailandia.

A questi scenari se ne aggiungono altri in cui la vittima operava al fianco delle forze armate dedite ad attività di mantenimento della pace. Un esempio emblematico è la strage di Nassiriya, avvenuta il 12 Novembre 2003, una data che gli italiani non dimenticheranno mai. Le storie di coloro che sono caduti in conflitti lontani dall’attenzione dei media tradizionali sono anch’esse presenti in questo lavoro di ricerca, che si conclude infine raccontando la storia di Giulio Regeni, il quale ebbe il coraggio di denunciare l’autoritario e repressivo sistema di potere egiziano perdendo tragicamente la vita nel 2016.

Diverse organizzazioni internazionali hanno già rivolto un appello all’ONU per sollecitare la creazione di adeguati meccanismi per la protezione di giornalisti, fotoreporter e tecnici televisivi. E’ questo il modo attraverso il quale si può mantenere viva una speranza di pace nei luoghi più tormentati della terra.

fonte: L’Osservatorio

Nella foto di apertura il reporter Simone Camilli ucciso a Gaza nel 2014