Abbiamo deciso di presentare i tre tutor della IV edizione attraverso delle brevi interviste. Nelle quattro domande e quattro risposte che seguono scoprirete perché Sabrina Giannini di Report di Rai 3 ha scelto di accettare questo importante incarico e con quale spirito lo porterà avanti.
1) Perché ha accettato il ruolo di tutor del Premio Morrione? Che cosa significa per lei?
Perché ci sono pochi giornalisti adatti a fare inchiesta quindi è un’occasione per coltivare le attitudini e le aspirazioni dei giovani.
Mi auguro per loro che possano mettere in pratica quanto imparano. Il web li aiuta, c’è meno censura dettata dagli inserzionisti pubblicitari e meno lottizzazione.
2) Cosa si aspetta dal giovane under 31 che seguirà nella realizzazione della video-inchiesta?
Che guardi la realtà con altri occhi. Che impari a sezionarla senza paura di tagliarsi con quel bisturi. Che quel lavoro diventi qualcosa che sia un senso al suo passaggio sulla Terra. Che guardandosi allo specchio veda orgogliosamente riflesso l’articolo 21 della Costituzione italiana, la più bella ma anche meno applicata d’Europa.
3) Quando ha capito che la sua professione sarebbe stata quella giornalistica?
Quando a 30 anni ho conosciuto Milena Gabanelli. L’unica fino a quel momento che non mi ha chiesto quale tessera politica avessi in tasca (mai avuta nessuna), se fossi laureata (anche se lo sono), di chi fossi figlia (di un linotipista che non aveva simpatia per i giornalisti ma che mi portava a casa tutte le notti l’odore del piombo e della carta). Infatti lavoravo per le riviste patinate come freelance guadagnando poco.
Ho passato cinque anni scrivendo per le riviste patinate e non riuscivo a definirmi giornalista. L’ho fatto per la prima volta a 32 anni, quando ho firmato la prima puntata in assoluto di Report: era il 1997.
Dopo 20 anni guardandomi indietro penso che l’incontro con Milena sia stato l’incontro più incredibile della mia vita e che ho fatto bene a lavorare anni senza pensare al guadagno o a una vita più tranquilla.
Ringrazio mio padre linotipista per avermi mantenuto per i due anni dello start-up di Report e per essere stato il mio primo correttore di bozze.
4) Cosa consiglierebbe a chi sta in questo momento scrivendo il progetto di inchiesta per il nuovo bando?
Di abbandonare tutti i pregiudizi, di spogliarsi delle ideologie ma di credere nei principi fondamentali, a partire dal diritto delle persone di essere informate. Mi auguro per loro che rimanga uno spazio di informazione pubblico. Poi… c’è la Rete.
Intervista a cura di Alessandra Tarquini