di Sara Del Dot, Stefania Pianu, Sara Stradiotti*
E così senza nemmeno accorgercene il lavoro inizia a prendere forme, colori, suoni e soprattutto volti. Ogni casa, ogni storia, ogni persona sono riuscite a conquistarci, a regalarci sensazioni uniche, a volte anche a stupirci.
La cosa che siamo state felici di notare è come la gentilezza e l’accoglienza a volte arrivi soprattutto da chi un posto in cui accoglierti non ce l’ha, ma riesce a farti sentire a casa, donandoti un piccolo oggetto, come un centrino realizzato all’uncinetto, condividendo indovinelli e barzellette, ma anche episodi intimi, privati e non sempre felici.
Durante il mese di maggio abbiamo dovuto affrontare una nuova tematica, come dare dignità e giusto peso a questi singoli protagonisti, che ci hanno così conquistato? E’ difficile.
Camminando per la città col naso all’insù, ci siamo imbattute ogni giorno in storie e narrazioni utili al nostro racconto. Ogni situazione, ogni famiglia, ogni casa, occupata o non data, meriterebbe il ruolo da protagonista! Ma come fare? Intanto cerchiamo di dare risposta a domande tecniche per far in modo di comunicare al meglio al nostro pubblico tutto ciò che abbiamo imparato su “Le altre case di Bologna”.
Quale inquadratura scegliere durante un’intervista? C’è forse una regola universale? O forse a seconda dell’espressione del volto, del gesticolare delle mani o di quello che ci sta indicando o comunicando il nostro interlocutore, è meglio improvvisare?
E poi come procedere nel montaggio di un video? Il lavoro è complesso, lungo e molto impegnativo. Ma sa regalare soddisfazioni meravigliose. Intanto andiamo avanti a raccogliere tutte le testimonianze e il materiale utile e di pari passo montiamo e strutturiamo tutto il lavoro.
* finaliste del premio Morrione 2016 con il progetto di inchiesta “Le altre case di Bologna”. Tutor Valerio Cataldi.