Qualità, semplicità e concretezza: consigli per fare un’inchiesta. Intervista al tutor Pietro Suber

Iniziamo a presentare i tutor della dodicesima edizione del nostro Premio. Cominciamo da un volto già noto alla comunità del nostro concorso. E’ infatti al suo secondo mandato in questo ruolo. Si tratta del giornalista e documentarista Pietro Suber, caporedattore a Mediaset, e supporterà Selena Frasson e Claudio Rosa, finalisti nella sezione video inchiesta. 

  • Hai accettato di nuovo di essere nella squadra dei tutor. Come vivrai questo “secondo mandato”? 

Vivrò il mio secondo mandato da “tutor” con passione ed entusiasmo, considerando anche il tema scelto dai candidati (che al momento  non posso rilevare). Argomento  che mi ha coinvolto direttamente nel  lontano passato e non soltanto a livello professionale.

  • Cosa ti aspetti questa volta dagli under30 giunti in finale?

Dai finalisti under 30 mi aspetto un salto di qualità nella scelta narrativa. Con un taglio non solo prettamente giornalistico, in grado di sorprendere – in un certo senso  – gli spettatori. Forse un pò ambizioso da parte mia…
Spero veramente  che il modo di raccontare la storia sia all’altezza delle premesse.

  • Guardando al giornalismo di inchiesta, secondo te, ci sono dei mutamenti, delle sfide nuove che i giovani under 30 dovrebbero considerare? 

La sfida da raccogliere per i finalisti è quella di unire semplicità e concretezza nel racconto senza abbandonare uno dei cardini della narrazione televisiva, la qualità delle immagini e del montaggio. Una ricetta che impone tanta creatività  ma anche coraggio…

  • Che libro consigli di leggere a chi ha la passione per l’inchiesta giornalistica?

I miei consigli di lettura si concentrano su due libri di colleghi italiani: “La guerra nascosta” (Laterza, 2023) di Giampaolo Cadalanu e Massimo De Angelis. Il bluff della missione militare italiana in Afghanistan con molte interviste interessanti a fonti militari coperte.  “Vietato obbedire di Concetto Vecchio (BUR, 2005). Il racconto appassionante, attraverso tante testimonianze importanti,  della nascita della Facoltà di Sociologia a Trento agli inizi degli anni Sessanta, la cosiddetta ‘”università del dissenso”.

  •  Un’inchiesta degli ultimi anni da segnalare ai giovani che stanno approcciando al mestiere di giornalista?

Segnalo l’inchiesta di Francesca Nava per TPI sui gravi errori commessi ad Alzano e dintorni, nella bergamasca, dalle strutture governative all’epoca del primo lockdown. Errori che causarono migliaia di morti per Covid nella zona.