Siamo alle battute finali, il materiale è pronto, si chiudono gli ultimi dettagli e si rileggono i dossier per verificare di aver incluso anche il minimo particolare. La storia emerge da sé dalle interviste, dalla marea di pagine di documenti analizzati, formule tradotte e comprese. Eppure, ogni volta sembra sempre mancare qualcosa, un giro di parole va migliorato, un dettaglio deve emergere di più. E certamente il caldo non aiuta.
Le trasferte a Roma da Arcangelo Ferri (il tutor ndr) sono provvidenziali per sciogliere gli ultimi nodi di un lavoro iniziato più di un anno fa. Penso sia stata una fortuna aver avuto la possibilità di poterla raccontare per tutto questo tempo, ed essere arrivato a mettere almeno punto – per il momento – a una faccenda che più approfondisco, e più mi sembra essere solo all’inizio.
Le ultime settimane passano tra le sveglie alla mattina prestissimo, le interviste dell’ultimo minuto, le chiamate ad Arcangelo e lo studio di registrazione. Condensare più di un anno di lavoro in così poco richiede precisione, ogni cosa deve trovare il suo posto in un meccanismo che va da sé. Lo sforzo arrivati a questo punto è: non dare nulla per scontato, e quindi ore su ore di ascolto perché tutto sia chiaro e al proprio posto.
Per il resto si rimane in attesa, e nonostante la deadline si avvicini, si moltiplicano le chiamate, le mail, i double check sulle informazioni ricevute. Alcuni dettagli rimangono in sospeso, lasciando aperte questioni che mi tolgono il sonno. Ma anche se manca ancora qualcosa, il paesaggio sonoro del podcast sta prendendo forma da solo grazie alle registrazioni, ai documenti d’archivio e alle preziose testimonianze.