Con la quarta edizione del nostro Premio, i finalisti si cimenteranno anche con un diario online del lavoro in corso per la realizzazione della propria video inchiesta. Iniziamo con “Obiezione vostro onore” che intende verificare se il crescente aumento di medici e personale obiettori di coscienza garantisca, nel territorio di Roma, la tutela del diritto della donna all’interruzione volontaria di gravidanza. Che l’inchiesta abbia inizio!
Superata l’iniziale emozione per essere stati selezionati, abbiamo festeggiato con i nostri amici, approfittando di quelli più esperti per chiedere consigli.
Dopo aver smaltito l’euforia, ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo rimessi all’opera. Abbiamo tracciato una road map per i primi giorni.
Primo step: ricontattare le nostre fonti e stilare un elenco di persone interessanti per la nostra inchiesta. Mentre Claudia e Filippo si occupavano del casting, Sebastian e Federica hanno passato giorno e notte a sbirciare volantini, controllare prezzi e assillare i commessi di negozi di elettronica del quartiere Appio Latino. Naturalmente anche per questo step abbiamo preferito “appoggiarci” all’esperienza altrui, intasando le caselle e-mail dei nostri prof (ancora grazie! A buon rendere).
Ma il “problema attrezzature” non si risolve all’acquisto. E’ come avere a che fare con uno sconosciuto, ti devi presentare, devi capire fin dove ti puoi fidare, devi trasmettere fiducia a tua volta. Per fortuna abbiamo i luoghi in cui testare: i nostri uffici – le nostre case, quella di un amico e un bar al Pigneto.
Le prime interviste ci hanno soddisfatto, nonostante qualche momento di panico dovuto al nostro rapporto con i “nuovi entrati” nel gruppo: una reflex, un cavalletto e un registratore. Per fortuna gli intervistati sono stati comprensivi e qualche episodio divertente è riuscito a distendere qualcuno di loro.
Già, l’argomento che abbiamo scelto di trattare è delicato e sfiora il personale. Chi lavora in determinate strutture e molti testimoni hanno timore di affrontare direttamente l’argomento. I motivi sono vari: l’etica professionale, il riserbo o, molto semplicemente, la paura di essere strumentalizzato.
Mentre scriviamo ci troviamo, sempre per la nostra inchiesta, nel bellissimo ex complesso del Buon Pastore, fino al ‘600 utilizzato come carcere femminile, oggi spazio dedicato alle donne e ai movimenti che si occupano della tutela dei loro diritti.
Due danno un’occhiata al girato, due abbozzano questo report. Ci dividiamo sempre così, in gruppi di due. Comunque sono in molti a dimostrarsi disponibili nei nostri confronti e a interessarsi al tema della nostra inchiesta. Segno che stiamo andando nella direzione giusta per colpire un nervo scoperto della società.
Federica Delogu, Filippo Poltronieri, Claudia Torrisi, Sebastian Viskanic