Quando negli anni ottanta ho iniziato la professione di giornalista il clima nelle redazioni era molto diverso. C’era un senso di comunità e di appartenenza molto forte e alle nuove leve veniva dato il tempo di imparare. Adesso la crisi dell’editoria ha inciso anche sull’aria che si respira nelle redazioni. Non c’è tempo per avere pazienza e non c’è tempo per insegnare il mestiere alle nuove leve. C’erano capo-redattori come Roberto Morrione che non perdevano mai la calma, che curavano la notizia scritta dall’ultimo dei redattori come fosse l’apertura del giornale. Adesso non solo quasi tutti i capo-redattori sono diventati esecutori di ordini, ossessionati dal rispetto degli orari e della catena gerarchica ma gran parte del lavoro è fatto a distanza, da giovani giornalisti pagati meno di un garzone che in una redazione entrano di rado, lavorando per anni in perenne solitudine, senza confrontarsi. Gran parte di loro esce da scuole di giornalismo che non solo non garantiscono il posto ma spesso neanche una preparazione adeguata. Ecco perché la partecipazione ad un’esperienza come il Premio Morrione, nel confronto con il tutor e con gli altri autori, non solo la consiglio ma penso possa servire anche a riempire i vuoti di una professione che a me sembra in profonda crisi.
Alessandro Gaeta
Tutor dell’inchiesta “Anello di Fumo“, terza edizione del Premio Roberto Morrione
Alessandro Gaeta nasce a Roma nel 1961, sposato e ha due figli.
Entra la prima volta in una redazione a vent’anni e per molto tempo lavora in cambio di un misero rimborso spese. Ha fatto il praticante nel quotidiano economico “Ore 12” e ha lavorato nella Cronaca di Roma di Paese Sera.
Nel 1986 diventa giornalista professionista. Successivamente viene assunto all’Agenzia Ansa e nel 1987 passa al Tg3 di Sandro Curzi prima in Cronaca e poi alla redazione Servizi Speciali dove si realizzava “Samarcanda” la trasmissione di Michele Santoro.
Con Santoro che considera il suo maestro di televisione ha lavorato fino al 1995 e poi nuovamente dal 1999 al 2001. Viene nominato inviato speciale nel 1991 e nel 1996 passa alla Cronaca del Tg1 dove lavora fino al 2011. Oltre ad occuparsi di cronache italiane e di criminalità organizzata, ha seguito la prima e la seconda guerra del Golfo, il conflitto israelo-palestinese, la guerra in Afghanistan, lo Tsunami del 2004 e ha realizzato reportage in tutti i continenti, compresa l’Antartide.
Dal 2011 lavora nella redazione Servizi Speciali con il compito di realizzare inchieste, reportage e documentari per Speciale Tg1. Ha vinto il premio Ilaria Alpi e il premio Cronista dell’Anno. Ha scritto “Il capitano e la Concordia”, inchiesta contro-corrente sul naufragio all’Isola del Giglio.