Nuove minacce a Antoci. La nostra solidarietà “La sua vita è anche la nostra”

L’associazione Amici di Roberto Morrione e tutta la comunità del nostro Premio esprimono solidarietà e vicinanza a Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, di nuovo vittima di minacce.

E’ successo venerdì in occasione della presenza di Antoci a Radici – Festival delle memorie civili e ambientali per la presentazione dell’inchiesta finalista della scorsa edizione del Premio Morrione “Ipossia Montana” di Cecilia Fasciani, Andrea Giagnorio e Sofia Nardacchione. L’inchiesta affronta il tema delle risorse del PNRR in Emilia Romagna e le mire della criminalità organizzata su queste ingenti risorse destinate all’Appennino bolognese.

LA NOTA DI LIBERA BOLOGNA

“Ieri Giuseppe Antoci, nostro ospite a Radici Festival, è stato oggetto di minacce con una busta con due proiettili ritrovata nell’hotel che lo avrebbe ospitato per la notte. Esprimiamo a lui la nostra solidarietà e il nostro supporto. Lo facciamo da Monte Sole, dove si sta svolgendo il festival e dove ieri l’ex presidente del Parco dei Nebrodi è intervenuto, dai terreni del parco storico dove è arrivata la mafia dei pascoli: la stessa mafia che Antoci per primo ha denunciato. Ieri ne abbiamo parlato alla Scuola di Pace di Monte Sole in occasione della proiezione di “Ipossia Montana”, la videoinchiesta finalista del Premio Roberto Morrione di Cecilia Fasciani, Andrea Giagnorio e Sofia Nardacchione dove vengono raccontati gli interessi criminali su questo territorio. Ecco perché la minaccia arrivata a Giuseppe Antoci è, dal nostro punto di vista, ancora più inquietante e la solidarietà è ancora maggiore.” scrive Libera Bologna nella nota divulgata sabato 10 giugno.

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Giuseppe Antoci con Sofia Nardacchione e Andrea Giagnorio alla presentazione dell’inchiesta alla Scuola di Pace di Monte Sole – foto di Libera Bologna

GIUSEPPE ANTOCI E IL PREMIO MORRIONE.
NEL 2015 L’INCHIESTA VINCITRICE “FONDI RUBATI ALL’AGRICOLTURA” PER PRIMA RACCONTA LA SUA STORIA E  LANCIA IL FILONE INVESTIGATIVO SULLE MAFIE DEI PASCOLI

La comunità del Premio Roberto Morrione conosce Giuseppe Antoci già dal 2015, quando per primi Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo – autori dell’inchiesta “Fondi rubati all’agricoltura” vincitrice nel 2015 del concorso, raccolsero la sua testimonianza e raccontarono quanto stesse accadendo nel Parco dei Nebrodi, in Sicilia.

Antoci, al tempo presidente del Parco, era già vittima di intimidazioni e minacce. Ma nessuno aveva mai illuminato a dovere la sua storia e il sistema criminale che stava accaparrandosi i fondi europei destinati all’agricoltura. Nel maggio 2016  tutta la stampa, italiana e internazionale, si occupò del caso. Ma lo fece solo dopo un attentato al quale Antoci e la sua scorta, fortunatamente, uscirono illesi.

IL COMMENTO DI ALESSANDRO DI NUNZIO E DIEGO GANDOLFO

Appena saputo da Andrea Giagniorio, finalista della scorsa edizione, delle nuove minacce  abbiamo chiesto a di Nunzio e Gandolfo un commento sui fatti avvenuti a Bologna: “E’ inquietante che l’atto intimidatorio per la prima volta si sia verificato al di fuori dei confini siciliani, non in un territorio qualsiasi ma proprio a Bologna, nel cui territorio la mafia ha messo gli occhi sui terreni di Monte Sole. Dunque una circostanza altamente significativa. Avendo condiviso con Giuseppe Antoci anni di battaglie, abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano la serietà e la professionalità del servizio di sicurezza che lo protegge, oggi ad un livello di allerta tra i massimi in Italia. Per questo non possiamo che essere seriamente preoccupati del fatto che chi ha messo in atto l’intimidazione fosse a conoscenza degli spostamenti logistici di Antoci. Siamo sicuri che verrà fatto il massimo per fare chiarezza su questa nuova azione del tutto inaspettata. Stringiamoci intorno ad Antoci, perchè la sua vita è la nostra.”