“Un giorno questo dolore ti sarà utile”. Diario dei finalisti della 12′ edizione

di Selena Frasson e di Claudio Rosa

“Un giorno questo dolore ti sarà utile”.

Seduta ai margini di una grande stanza, circondata dall’ospitalità di persone che non sanno nemmeno chi sono, mi rimbombano in testa queste parole.

Il libro l’ho letto diverso tempo fa, ma ho l’abitudine di annotare le parole che mi colpiscono e le ritrovo quando rientro a casa per sistemare gli appunti della giornata.

“A volte le brutte esperienze aiutano – scriveva Cameron – servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero”. Mi chiedo se sia davvero così.

Sono arrivata in questo posto carica di pensieri, pronta a soppesare le parole per vincere il silenzio che poche settimane fa ha travolto i nostri piani; diversamente dalle aspettative, oggi non hanno avuto paura di rispondere alle mie domande.

Niente giri di parole, i miei sospetti trovano conferma nei gesti, in quegli sguardi complici che si spengono quando arrivano le due e le attività finiscono.

“Certo – mi dicono all’uscita – bisognerà fare attenzione, perché a rimetterci potrebbero essere ancora loro”.

Prima di lasciare uno dei pochi posti che per tante “cause perse” ha il sapore di casa, mi fermo di fronte a una parete, coperta di sogni e di speranze appese, chissà quante rimaste inascoltate.

È allora che ripenso alle poche battute scambiate fumando una sigaretta:

– “sai, anche io sono laureato”

– “davvero? In cosa?”

– “la mia università si chiama vita”.

Questo, finora, è stato il giorno più difficile. Non si tratta di fatica fisica o mentale, è il peso della responsabilità, quella che senti quando capisci che hai il dovere di andare a fondo, perché forse il tuo lavoro non cambierà le cose, ma le renderà visibili.

“Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti. – continuava Cameron – Devi considerarli un dono, un dono crudele ma pur sempre un dono”.

Magari questa frase è vera: ha un senso, o almeno lo avrà, se riusciremo a illuminare uno dei tanti post-it impolverati che a fatica si fanno spazio nel mondo.